Curare la vitiligine con i microinnesti combinati alla luce ultravioletta

Il potenziale dell’uso dei microinnesti combinati con la liuce ultravioletta nella cura della Vitiligine.
La vitiligine è una malattia autoimmune della pelle caratterizzata da chiazze cutanee depigmentate associate, tra diversi fattori, alla disregolazione e alla morte dei melanociti.
Attualmente il trattamento della vitiligine si basa sia sull’arresto della progressione della malattia attiva sia sulla stimolazione della ripigmentazione cutanea.
Il dott. Giovanni Menchini ed il Dott. Carlo Astarita sono gli autori di uno studio che potesse valutare gli effetti dei microinnesti autologhi e della fototerapia a banda stretta ultravioletta B (NBUVB) per la ripigmentazione cutanea di pazienti con vitiligine bilaterale stabile. I microinnesti autologhi derivano dalla disaggregazione meccanica di piccoli pezzi di pelle del paziente, mentre la fototerapia è un trattamento strategico già utilizzato.
Sono stati trattati venti pazienti con vitiligine bilaterale stabile, con una percentuale media del 59,1% al basale. Il trattamento combinato con microinnesti autologhi e NBUVB è stato eseguito solo sulle lesioni delle mani e il follow-up clinico è stato eseguito dopo 3 e 6 mesi mediante fotografie scattate sotto la luce di Wood.
Dopo 6 mesi, abbiamo classificato il 100% dei pazienti come responder. Abbiamo anche riportato un tasso medio di ripigmentazione del 36,7% dopo 3 mesi e del 64,6% dopo 6 mesi di trattamento. In particolare, sei dei 20 pazienti hanno raggiunto un marcato tasso di ripigmentazione (75-100%), quattro moderato (51-75%) e 10 lieve (26-50%). Non sono stati osservati effetti avversi e nessun farmaco è stato somministrato come terapia coadiuvante.
Questi risultati suggeriscono un potenziale ampio uso di microinnesti autologhi associati alla fototerapia NBUVB per il trattamento della vitiligine stabile.